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Nella Striscia di Gaza le violenze non si fermano. Anocra vittime, troppe, spesso freddate durante una manifestazione contro l’occupazione israeliana nel West Bank. E’ quanto ci racconta Vittorio Arrigoni, nuovamente da Gaza.
L’esercito israeliano attacca le navi con gli aiuti umanitari partite dalla Turchia e dirette a Gaza. 15 morti. L’aggiornamento tratto da Repubblica di oggi. Leggete e meditate.
Esce in questi giorni il libro-reportage di Vittorio Arrigoni intitolato Gaza, Restiamo Umani. Tre settimane di bombardamenti e violenze vissute in presa diretta dal volontario italiano, raccontate nell’edizione di Manifestolibri. Pubblichiamo oggi in anteprima la copertina, con la lettera inviata da Gaza dall’autore.
Nei media europei rimbalza la notizia del prolungarsi della tregua tra Israele e Hamas, ma nella Striscia l’esercito di Tel Aviv continua i bombardamenti, sebbene non si siano verificati nuovi lanci di missili da parte dei ‘terroristi’ palestinesi. Nel frattempo prosegue il lavoro di recupero delle vittime, e solo ieri la mezzaluna rossa ha estratto dalle macerie altri 95 corpi, ma la popolazione tenta di riappropriarsi di un’esistenza normale. “Gli uomini tirano un sospiro di sollievo e tornano a frequentare moschee e caffè, facilmente smascherabile è il loro atteggiarsi alla normalità, per i molti che hanno perso un familiare e per i moltissimi che non hanno più dove abitare. Fingono un ritorno alla routine per incoraggiare le mogli e i figli”. Il ‘day after’ visto da Vittorio Arrigoni
Mi chiedo come Israele possa definirsi civile e democratico, se per stanare e uccidere un suo nemico nascosto in un edificio popolato, il suo esercito non esita un attimo ad abbatterlo seppellendoci sotto decine di innocenti. Rifletteteci un attimo, sarebbe come se l’esercito italiano per catturare un pericoloso boss mafioso, iniziasse a bombardare pesantemente il centro di Palermo.
Nuovo impressionante contributo di Vittorio Arrigoni dall’inferno della Striscia di Gaza. “Questa non è una guerra perché non ci sono due eserciti che si danno battaglia su un fronte; è un assedio unilaterale condotto da forze armate (aviazione, marina, ed esercito) fra le più potenti del mondo, sicuramente le più avanzate in fatto di equipaggiamento militare tecnologico, che hanno attaccato una misera striscia di terra di 360 kmq, dove la popolazione si muove ancora sui muli e dove c’è una resistenza male armata la cui unica forza è quella di essere pronta al martirio…”