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Il Kinnaur è una terra magica, isolata dal resto dell’India e caratterizzata da una religiosità peculiare, nata dall’incontro delle tradizioni autoctone, con l’hinduismo e pratiche di origine tibetana. In questa galleria di immagini, vi offriamo un assaggio di questo luogo così lontano…
L’India è un Paese dai mille volti, estremamente complesso e come possiamo capire dal materiale postato su Indika, caratterizzato da un equilibrio talvolta precario. Non è raro, uscire da una città moderna, ricca e fortemente industrializzata, e scontrarsi con una realtà totalmente diversa, arcaica, dove ancora l’acqua viene movimentata attraverso condotti azionati a mano, a forza di leve, funi e sudore. Qui la vita scorre lenta, segue l’andamento delle stagioni ed è regolata dal rapporto con la natura e le entità sovrannaturali che vi dimorano. In questo contesto, si svolge il lavoro di Stefano Beggiora, pubblicato nel suo libro “Sonum: spiriti nella giungla. Lo sciamanismo delle tribù Saora dell’Orissa” che qui presentiamo grazie alla recensione di Davide Torri. Una lettura consigliata, per conoscere meglio l’india e approfondire con rigore scientifico una delle principali tradizioni sciamaniche dell’Orissa.
Nello stato montuoso dell’Himachal Pradesh, nell’India del nord, si trova il distretto tribale del Kinnaur, un territorio selvaggio, per molti versi inaccessibile e ancor oggi poco studiato. La popolazione locale, i Kinnaura, vanta antichissime origini che affondano le radici nella tradizione indiana. Il culto kinnaura, fondamentalmente di tipo sciamanico, si focalizza attorno alla figura del grochk, che oltre a essere la più alta carica religiosa della comunità, è in grado di entrare in trance ed essere posseduto dalla divinità guida e protettrice del villaggio. L’idea stessa del cosmo, per i Kinnaura, sembra essere la fusione fra la realtà oggettiva della vita quotidiana e un mondo sottile, frequentato da spiriti ed entità soprannaturali che popolano il territorio. Attraverso tale rapporto fra uomo e natura, sotto la guida dei grochk, non sono infrequenti casi codificati come possessione, fenomeni oracolari, rituali di esorcismo e pratiche di tipo magico. Soprattutto in quest’ultimo ambito ci conduce l’attenta indagine di Emanuele Confortin, conoscitore della cultura kinnaura e laureato in Lingue e Letterature Orientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il lavoro proposto, sulla base di un lungo periodo di studio sul campo, è di tipo fenomenologico, in cui l’autore registra, con rigore antropologico, i dettagli e i particolari nello svolgimento del rituale. (Introduzione di Stefano Beggiora)