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Apertura di New Delhi verso i Maoisti. Il Ministro Chidambaram ha dichiarato la volontà del Governo indiano di intraprendere “negoziati seri” con i ribelli di estrema sinistra. “Non sto chiedendo la resa delle armi. Sto chiedendo di finirla con la violenza”, in cambio forme alternative di governo.
Cresce l’ossessione del governo indiano per i Maoisti. Portavoce dell’esasperazione di New Delhi è il primo ministro Singh, che ieri ha dichiarato la sconfitta contro un fenomeno dilagante cui le forze di sicurezza non reiscono a porre un freno. L’analisi su Indika.
I guerriglieri Maoisti stanno compromettendo lo sviluppo economico nelle aree in cui operano. Si tratta di una strategia volta ad ostacolare l’espansione di modelli ‘capitalistici’, messa in atto a suo di attacchi mirati e scioperi. Sebbene New Delhi abbia recentemente dichiarato il Communist Party of India (Maoist) un gruppo terroristico, l’attività dei ribelli non sembra conoscere crisi, e la loro popolarità tra gli abitanti del territorio aumenta. Ecco l’analisi
Dilaga la presenza dei Maoisti nelle aree tribali del West Bengal e Jharkhand. I ribelli hanno ormai preso il controllo del West Midnapore, anche grazie all’appoggio della popolazione. Gli ufficiali chiedono rinforzi a New Delhi per arginare l’azione di guerriglia contro i membri del governo e le forze di sicurezza. L’aggiornamento con il video
Aumentano le azioni di guerriglia dei Maoisti indiani. Conseguenza della disponibiltà di nuovi armamenti, esplosivo e di una presenza più radicata nelle aree rurali più povere. I dati sono sconcertanti: 22 dei 29 stati dell’Unione Indiana sono interessati dal fenomeno, grave a tal punto da minare la stabilità della democrazia indiana.
Telefoni cellulari ai capivillaggio nelle aree remote del Paese. E’ la nuova strategia introdotta dalle autorità indiane, per contrastare l’azione dilagante dei gruppi di ribelli Maoisti-Naxaliti. Quello che lo stesso premier Singh ha definito “il principale probelma di politica interna”, è un fenomeno diffuso in almeno 12 Stati dell’Unione Indiana, in particolare nelle aree più povere e depresse, dove non sembra sia ancora arrivata l’attenzione del governo centrale. Sebbene New Delhi preferisca non trattare l’argomento, dimostrazione palese dell’instabilità della propria democrazia, negli ultimi 5 anni la guerra ai gruppi di estrema sinistra ha provocato 4300 vittime, mentre dal 2004 ad oggi sono morti 1300 civili.