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Le autorità cinesi respingono le accuse mosse dal governo tibetano in esilio in merito alla brutale repressione delle manifestazioni contro l’occupazione a marzo. Il video usato come prova sarebbe “un falso” si legge su Xinhua, l’agenzia di stampa controllata da Pechino. L’aggiornamento su Indika, assieme all’impressionante filmato tratto da YouTube.
50 anni fa il Tibet insorgeva, cercando di scacciare l’invasore cinese e ristabilire il controllo sul regno buddista. La storia è nota: l’esercito di Pechino era più forte e meglio equipaggiato, così represse la rivolta nel sange. In questi giorni si celebrà l’anniversario e migliaia di monaci sono scesi in piazza, sfidando i divieti imposti dalle autorità cinesi. Alla vigilia del 10 marzo sono già dietro le sbarre 109 persone, e da ogni parte del mondo giungo appelli per una soluzione. Proponiamo un aggiornamento dal Corriere.
Dalla Germania, il Dalai Lama parla di possibili nuove violenze in Tibet. Secondo il leader spirituale e politico dei tibetani, rabbia e tensione provocate dall’occupazione cinese potrebbero causare un’esplosione di violenza in ogni momento. La situazione è destinata a peggiorare in vista del 50esimo anniversario della fallita insurrezione anti-cinese in Tibet, che cadrà il 10 marzo. Perchino cerca di prevenire i problemi, schierando uomini e mezzi sul territorio.
Il 10 marzo cade il 50esimo anniversario della fallita rivolta dei tibetani contro l’occupazione cinese. Per prevenire insurrezioni o manifestazioni di protesta, il governo ha schierato un esercito di poliziotti e funzionari sul territorio. Sebbene Pechino sostenga si tratti di un’azione preventiva contro il crimine, l’arresto di 80 persone, in particolare contestatori, e il fermo di migliaia di ‘sospetti’ svela le reali intenzioni delle autorità cinesi.