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Uno sguardo nelle vite di chi è nato e cresciuto in Iraq. Terra sconvolta da tre lustri di violenze efferate e dalla crescente instabilità interna legata a doppio filo alla perdita dei legami storici esistenti tra le diverse comunità etnico-religiose. Difficile predire quanto accadrà ora che lo Stato Islamico sembra sia stato messo fuori gioco, o almeno costretto alla clandestinità.
Quasi pronta la ripresa delle ostilità in Iraq. Ora il fronte della battaglia si sposta su Tal Afar, cittadina posta a ovest di Mosul, sulla via per la Siria. E’ questo l’ultimo avamposto dei miliziani di Abu Bakr al-Baghdadi, stretti in città dall’assedio imposto dalle milizie sciite ormai da mesi. Nel frattempo da Erbil riprende il contro-esodo nelle città liberate, ma non tutto è semplice come sembra. Da Eastwest
Centro di grande importanza strategica, situato in prossimità del confine turco, della Siria e dell’Iran, fu conquistato tre anni fa dall’Isis che vi ha fondato senza colpo ferire la propria roccaforte in Iraq, ereditando enormi arsenali usati poi per sostenere l’avanzata siriana. È proprio l’antica capitale assira il luogo scelto da Abu Bakr al-Baghdadi per decretare la nascita del suo “Stato islamico”, il 29 giugno 2014. L’annuncio fu dato nella moschea al-Nuri, nell’emisfero occidentale della città, tagliata in due dal corso del Tigri.
Migliaia di iracheni abbandonano la città di Mosul, la seconda del paese, caduta in mano ai ribelli appartenenti al gruppo denominatosi Stato Islamico dell´Iraq e del Levante (ISIL o ISIS per la stampa internazionale), attivo sia in Iraq che in Siria. Nell’ultima settimana, gli uomini dell’ISIL hanno alzato il livello dello scontro cogliendo di sorpresa […]