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Tre bombe all’ora di punta riportano il terrore a Mumbai. E’ accaduto poche ore fa nella capitale indiana del business, dove la memoria del novembre nero del 2008 è ancora viva. Ecco un primo aggiornamento
Arresto di lusso tra le fila del Lashkar-e-Toiba. La squadra speciale della polizia di Delhi ha messo in manette Mohammad Umer Madani, uomo chiave dell’organizzazione terroristica pakistana, incaricato di assoldare nuove reclute nelle metropoli indiane, per poi indirizzarle nei campi di addestramento in Pakistan per preparale all’esecuzione di nuovi attentati terroristici in India. Si tratta di un grande successo per le autorità indiane, che rivela tuttavia la crescente minaccia di nuove azioni suicide in India. Non ci sarà pace tra India e Pakistan fino a quando la questione Kashmir non giungerà ad una svolta.
Dopo una lunga attesa, il governo Pachistano ha ufficializzato l’indagine condotta sui fatti di Mumbai. Il ministro dell’Interno Rehman Malic ammette parte delle accuse di New Delhi, specificando che solo un parte dell’organizzazione è avvenuta in territorio pachistano. Dalle indagini emerge un quadro allarmante, che svela l’estensione globale della rete del terrore. Interessata anche l’Italia.
L’India torna ad accusare Islamabad di responsabilità negli attentati di Mumbai. Dal Pakistan arriva un invito alla calma, rafforzato dalla fiducia di Stati Uniti e Gran Bretagna. Evidente una certa fretta da parte del governo indiano, che spera in una soluzione rapida e positiva, per spianarsi la strada in vista delle imminenti elezioni generali. L’approfondimento
L’imminente pubblicazione della versione pakistana sui fatti di Mumbai, destabilizza il governo indiano. Da New Delhi giungono apprezzamenti per l’impegno del vicino-nemico, ma accuse per la scarsa incisività nella caccia ai militanti del Lashkar-e-Taiba.
Rapito cittadino americano in Pakistan. Si tratta di un funzionario delle Nazioni Unite, prelevato in seguito ad un blitz armato da parte di alcuni miliziani nella regione meridionale del Belucistan.
Il Pakistan continua a respingere le accuse lanciate da New Delhi sul suo coinvolgimento negli attentati di Mumbai. Oggi, per la prima volta, alcuni rappresentanti del governo di Islamabad hanno dichiarato l’imminente pubblicazione di un’approfondita indagine interna. Sarebbe questa, secondo le autorità pakistane, la prova dell’infondatezza delle accuse provenienti dall’India. Tuttavia, Stati Uniti e Gran Bretagna condividono in parte la teoria di New Delhi.
Quanto accaduto il 26 Novembre a Mumbai ha segnato un momento di svolta importante negli equilibri del Subcontinente Indiano. L’India subisce il colpo e finisce al tappeto, innescando una grave crisi di immagine per il Governo Singh e il partito del Congresso, costretti ora a recuperare sull’opposizione in vista delle prossime elezioni nazionali. Il Pakistan respinge le accuse di responsabilità, rendendosi pronto a collaborre, intanto gli Usa giustificano il “diritto a difendersi” di New Delhi, colpita da quello che viene visto come il nuovo 11 Settembre. Lo scenario si complica, ecco una chiave di lettura…