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Allo stesso modo, nelle aree tribali più remote, questa tendenza si riverbera su alcuni gruppi ādivāsī nella forma di movimenti indipendentisti, anche armati, decisi a perseguire rivendicazioni territoriali ben precise, per poi istituire uno Stato delineato sull’identità etnica.
Qui, il 31 luglio 2009 gli uomini dell’Esercito di Liberazione Popolare hanno compiuto un’incursione chiaramente provocatoria: un gruppo di soldati cinesi è penetrato in territorio indiano per 1.500 metri, marcando massi e rocce con scritte di vernice rossa riportanti la parola “China”.
Capita così, quasi per caso, nell’autunno del 2018. Ricevo una, anzi tre proposte destinate ad aprire nuove prospettive di vita e, non da ultimo, ad avvicinarmi al mondo della conduzione dei viaggi. Sono da poco tornato in Kinnaur e Spiti, nell’Himalaya indiano, per dedicarmi alla fase conclusiva di un lungo lavoro sul campo iniziato nel 2003.
A partire dai primi anni del 2000, New Delhi e Pechino si sono già confrontate più volte sulla linea di confine, senza tuttavia arrivare a scontri veri e propri. Un esempio significativo ci è dato da un episodio che risale a giugno 2017.
Presentato al Trento Film Festival, edizione 2019, Kinnaur Himalaya, al confine tra ordine e caos ha lo scopo di proporre una visione d’insieme di questo distretto himalayano, visione necessaria per inquadrarlo nel proprio contesto culturale, ambientale e geopolitico. L’Himalaya appunto, un’enorme dorsale montuosa posta nel cuore dell’Asia. Luogo di confini e di contese. Territorio minacciato dal cambiamento climatico, dove inizia il corso dei grandi fiumi dai quali dipende la sopravvivenza di centinaia di milioni di persone, addensate nel continente più popolato al mondo…
*Il libro Kinnaur Himalaya, al confine tra ordine e caos è un’opera auto-prodotta, distribuita attraverso circuiti diretti, a partire da serate di presentazione del progetto. Per informazioni sulle date e le città in programma, o per acquistare una copia dell’opera, scrivere a info@indika.it