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Il People’s Tribunal di Srinagar torna all’attacco sul fronte dei diritti umani in Kashmir. Dopo 3 anni di ricerche e dopo il ritrovamento di migliaia di corpi senza nome, viene ora chiesta l’identificazione tramite DNA delle vittime, per dare pace alle famiglie e svelare la storia di una delle terre più militarizzate e violente al mondo.
Lo scorso autunno partecipai al Premio Chatwin 2009 con un racconto su Srinagar. La traccia era “camminando per il mondo”. Tanto per chiarire non credo il mio lavoro abbia ‘superato il turno’, tuttavia, si tratta pur sempre di un testo nato dall’esperienza diretta, che desidero condividere con voi.
Trovate 2700 tombe senza nome e fosse comuni in Kashmir. Abbiamo ricevuto la notizia da Angana Chatterji, professoressa di antropologia sociale negli Usa, che da anni si occupa di violazioni dei diritti umani. Angana presenta i numeri di una violenza che continua da decenni, con migliaia di vittime, in gran parte senza nome. Ecco l’aggiornamento
Cari amici, dopo settimane di attesa, ho potuto finalmente rendere pubblico quello che posso considerare il mio vero reportage sul Kashmir. Trattandosi del servizio pubblicato in questi giorni dalla rivista East (www.eastonine.it, che vi invito a leggere. La trovate in libreria e nelle principali edicole), ho giustamente dato l’esclusiva, tenendo il tutto nell’archivio di Indika, aspettando giungesse il momento di pubblicarlo. Non è stato un lavoro facile per una miriade di ragioni, soprattutto durante la raccolta delle informazioni. Spero comunque sia utile a voi tutti iscritti alla newsletter, così come agli altri frequentatori di Indika, per conoscere qualcosa in più su uno dei più cruenti conflitti d’Asia. Benvenuti i commenti, di tutti.