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-Terza parte – Lungo tutta la storia delle civiltà, le montagne sono sempre state associate al divino. Questo accade per almeno tre ragioni principali, strettamente collegate tra loro. Le religioni e le superstizioni tendono a spiegare la presenza della montagna tramite i testi antichi e l’epica. La geografia e la morfologia, inoltre, associano le divinità […]
Soldati indiani e cinesi si sono confrontati a suon di pietre e mazze lungo il confine himalayano, in Ladakh. 20 gli indiani morti, nessuna conferma da parte cinese. Di certo però, quanto accade sul confine sino-indiano è la più grave crisi degli ultimi 45 anni.
Sono pendolari o migranti in arrivo dalle zone rurali, spinti verso le metropoli dal bisogno di aggiungere un salario alla resa dei terreni, disposti a ogni compromesso. Per loro nessun salvagente, niente tutela sindacale, invisibili anche ai radar dalla politica, rimasta a guardare quando, poche ore dopo lo squillo di tromba di Narendra Modi, a milioni si sono avviati verso i villaggi di provenienza.
L’intervista di Gianni Dubbini a William Dalrymple, considerato tra i più importanti esponenti in vita della letteratura di viaggio anglosassone, che in più di dieci anni ha prodotto importanti opere storiche di non-fiction sull’Asia meridionale
Allo stesso modo, nelle aree tribali più remote, questa tendenza si riverbera su alcuni gruppi ādivāsī nella forma di movimenti indipendentisti, anche armati, decisi a perseguire rivendicazioni territoriali ben precise, per poi istituire uno Stato delineato sull’identità etnica.
Qui, il 31 luglio 2009 gli uomini dell’Esercito di Liberazione Popolare hanno compiuto un’incursione chiaramente provocatoria: un gruppo di soldati cinesi è penetrato in territorio indiano per 1.500 metri, marcando massi e rocce con scritte di vernice rossa riportanti la parola “China”.
Capita così, quasi per caso, nell’autunno del 2018. Ricevo una, anzi tre proposte destinate ad aprire nuove prospettive di vita e, non da ultimo, ad avvicinarmi al mondo della conduzione dei viaggi. Sono da poco tornato in Kinnaur e Spiti, nell’Himalaya indiano, per dedicarmi alla fase conclusiva di un lungo lavoro sul campo iniziato nel 2003.
A partire dai primi anni del 2000, New Delhi e Pechino si sono già confrontate più volte sulla linea di confine, senza tuttavia arrivare a scontri veri e propri. Un esempio significativo ci è dato da un episodio che risale a giugno 2017.
Delhi è una città fatta di traffico, cavalcavia e SUV fermi in coda, dove l’iniezione di denaro non ha fatto sviluppare un capitalismo “sano”, ma ha consolidato una struttura sociale di tipo feudale, in cui manca completamente il senso della comunità. Dasgupta la associa più a Mosca, dove il capitalismo post-socialista ha favorito una classe di oligarchi, che non alle città americane, a cui teoricamente il nuovo modello economico si ispira.
Con la torcia stretta tra i denti Bakta riesce ad avere le mani libere. Le mani, appunto, le sue sono masticate dalla lebbra, contratta quando era giovane, e al posto delle dita si ritrova con due mozziconi simili ad uncini. Questa disabilità non gli impedisce di vivere da solo badando al gregge, a tre cani e a sé stesso.
Kinnaur Himalaya è su Indiegogo! Di cosa si tratta? Una campagna di finanziamento popolare, dal basso, destinata a sostenere la fase finale di un documentario che aiuta a conoscere i cambiamenti in corso.
Lunedì 27 Marzo 2017, ore 12.15 Aula Magna Silvio Trentin – Ca’ Dolfin, Dorsoduro 3825/D, Venezia Irene Majo Garigliano (Centre d’Études Himalayennes – CNRS, France) presenta: Un film di Alessandro Cartosio e Irene Majo Garigliano. India, 2014 – 38 minuti Fotografia: Alessandro Cartosio. Montaggio: Anna Fuga. Film prodotto grazie a: Produzioni dal Basso. In collaborazione […]
Da elemento fondamentale per soddisfare la divinità del tempio, la figura della devadasi, letteralmente “serva del dio”, ha assunto in tempi più recenti la valenza di prostituta. Daniela Bevilacqua s’interroga su questo aspetto affrontando il tema in un percorso storico di facile lettura.