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Oggi l’India celebra il Giorno della Repubblica, ma nel Kashmir indiano la tensione è ancora alta per gli attriti tra destra radicale e separatisti. La polizia ha bloccato il “viaggio della bandiera” organizzato dal BJP, mentre a Srinagar i separatisti sono pronti a sabotare le celebrazioni.
Il ministro dell’Interno Chiambaram invia una lettera ai Maoisti chiedendo il cessate il fuoco per avviare il dialogo di pace. Dai Maoisti giunge un parere positivo. Presto governo e ribelli di estrema sinistra potrebbero sedere al tavolo della trattativa.
Poche ore ancora e l’India avrà il suo nuovo governo. Dopo un mese di operazioni di voto, la macchina elettorale dell’Elefante è giunta fino in fondo, e domani sarà svelato il partito (e la coalizione) che ha ottenuto la maggioranza. Non ci sono dubbi, l’India festeggerà, ci saranno le celebrazioni di rito, ma il nuovo governo godrà di una maggioranza risicata, legata a doppio filo ai partiti regionali che concederanno (ad un certo prezzo) il loro supporto. Presentiamo un quadro realistico della situazione, a poche ore dal momento più atteso.
Tra poche settimane gli indiani votano. La campagna elettorale si avvia alla conclusione, ma tra i partiti in corsa è un continuo cambiamento. Fratture nel BJP, l’allontanamento del BJD dalla destra nazionale, mentre i comunisti rafforzano il Terzo Fronte lasciando il Congresso per strada. L’aggiornamento su Indika.
Il partito del Congresso esce vittorioso in 3 stati del nord, mentre il Bharatiya Janata Party se ne aggiudica 2 al centro. La partita per le elezioni generali di aprile resta aperta, ma i risultati di questi giorni sembrano svelare un destino segnato.
Intanto proseguono i contatti tra Delhi e Islamabad sul versante terrorismo, ma il Governo Zardari respinge nuovamente le richieste di estradizione dei presunti responsabili degli attentati di Mumbai, dichiarando di volersi muovere da solo. Catturato in un raid in Kashmir una delle menti del Lashkar-e-Toiba.