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Talebani pachistani attaccano la Bāchā KhānUniversity di Chardassa, nel Khyber Pakhtunkhwa. Almeno 21 le vittime. Il Pakistan si conferma il Paese più pericoloso al mondo, in particolare per gli studenti. Ecco la lista dei principali attentati dal 2007 ad oggi
Come promesso, pubblico oggi il reportage uscito la scorsa settimana su EAST 40. Troverete parte (minima) del materiale da me raccolto e delle interviste fatte a fine ottobre, assieme alle foto delle persone citate, eccetto una, la bambina ‘in rosso’ in apertura. Nei suoi occhi io continuo a vedere l’anima dei Pashtun.
Peshawar torna il bersaglio preferito degli attentatori suicidi in Pakistan. In meno di 24 ore, un´autobomba e dei kamikaze provocano 16 morti e decine di feriti. L´ultimo episodio questa mattina, in una stazione di polizia vicino alle zone tribali.
Islamabad oggi in Qatar per rivendicare il proprio diritto a partecipare ai colloqui di pace sull’Afghanistan. Il premier Gilani pronto a spiegare le posizioni del Pakistan. Dopo un decennio di guerre e violenze esiste uno spiraglio di luce per la Tomba delgli Imperi?
Le deviazioni delle guerre moderne! Armi iper-tecnologiche e scarsa percezione dei reali danni provocati al suolo. Cade nel pressapochismo anche Barack Obama, che giustifica l’uso dei droni per difendere l’America dalle minacce islamiche, ignorando il numero dei civili uccisi. Ecco alcuni spunti di riflessione.
Svolta nelle strategie dei Taliban. Sabato si è svolta una shura (consiglio) dei capi: basta uccisione di innocenti, rapimenti e uomini bomba. Questi gli ordini del Mullah Omar, che punta a coalizzare tutti i gruppi armati contro il nemico comune, “gli invasori dell’Afghanistan”. Ecco i dettagli
Dopo una ‘deviazione’ imprevista sono finito nel profondo sud del Pakistan, nella citta’ di Karachi, base di partenza per i territori tribali colpite dalle devastanti alluvioni estive. Qualche sensazione sulla citta’..
L’ombra della disfatta si allunga sulle strade di Karachi, bagnate giorno dopo giorno dal sangue di combattenti e innocenti, tutti vittime di una guerra che sembra senza fine. A fomentare l’attuale stato di violenza, contribuiscono l’inadeguatezza di uomini e mezzi di polizia schierati sul campo, e la mancanza di aiuti esterni necessari per individuare una soluzione. Ecco l’analisi
Il giornalista pakistano Sayed Saleem Shahzad è stato ucciso perchè indagava sui legami tra Al Quaeda ed esercito. Il governo ha aperto un’inchiesta ufficiale, promettendo l’individuazione dei colpevoli. Il Pakistan tra le nazioni con il maggior tasso di mortalità dei giornalisti.
.. a morire erano presunti Taliban o civili senza nome in qualche radura nelle aree tribali, freddati dalle bombe intelligenti dei droni sguinzagliati senza autorizzazione oltre la Linea Durand, lo smacco era gestibile. Bastava qualche colpo di tosse ai microfoni, magari una donazione in dollari per costruire case sopra i crateri delle esplosioni, e Gilani usciva dall’ennesima bufera limitando i danni
Cari lettori di Indika, faccio seguito alla recente uscita di East 34 per pubblicare il mio servizio. Si tratta di un’analisi sul terrorismo in India e sulle strategie adottate in modo più o meno velato dal governo Singh, volte a rafforzare gli arsenali dell’esercito e a ravvivare il nazionalismo tra i cittadini, usando anche la leva dell’odio verso il Pakistan. Buona lettura
Duplice attacco in Kashmir. Guerriglieri armati dalla parte indiana, kamikaze sul fronte pakistano. Ritorna la violenza lungo il confine tra India e Pakistan, a scapito del processo di pace tra le due potenze nucleari. Ecco l’aggiornamento.
Un anno fa Mumbai veniva attaccata da un commando di uomini armati e determinat. Tra il 26 e il 28 novembre ebbe luogo uno dei più gravi attentati terroristici della storia dell’India, nel cuore della capitale indiana del business. I responsabili giungevano del Pakistan, erano memberi del Lashkar-e-Toiba, organizzazione terroristica nelle cui mani risiede la chiave di un possibile conflitto nucleare. L’analisi.
La Blackwater, o meglio la Xe Service, nuovo nome della potente compagnia di contractor finita nella bufera dopo la sparatoria in cui furono coinvolti suoi agenti nel 2007 a Baghdad, sta conducendo una guerra segreta in Pakistan. È quanto rivela «The Nation» in una lunga inchiesta
La mano iniandiana dietro gli attentati che stanno sconvolgendo il Pakistan. L’accusa giunge come un fulmine a ciel sereno dal ministro dell’Interno pakistano Malik. Pesanti critiche anche per l’ossessione indiana nei confronti del terrorismo pakistano. Mentre si avvicina il primo anniversario degli attentati di Mumbai, si accende il confronto sul tema del terrorismo.
Cari amici, dopo settimane di attesa, ho potuto finalmente rendere pubblico quello che posso considerare il mio vero reportage sul Kashmir. Trattandosi del servizio pubblicato in questi giorni dalla rivista East (www.eastonine.it, che vi invito a leggere. La trovate in libreria e nelle principali edicole), ho giustamente dato l’esclusiva, tenendo il tutto nell’archivio di Indika, aspettando giungesse il momento di pubblicarlo. Non è stato un lavoro facile per una miriade di ragioni, soprattutto durante la raccolta delle informazioni. Spero comunque sia utile a voi tutti iscritti alla newsletter, così come agli altri frequentatori di Indika, per conoscere qualcosa in più su uno dei più cruenti conflitti d’Asia. Benvenuti i commenti, di tutti.
Allarme attentati in India. I servizi segreti israeliani mettono in guardia su imminenti azioni terroristiche da parte di militanti pakistani. Tra gli obbiettivi principali ci sono turisti occidentali ed ebrei. Cresce la collaborazione tra Mosad e Raw.
New Delhi teme nuovi attentati da parte dei militanti pakistani infiltrati allinterno del confine indiano. Sono soprattutto membri del Lashkar-i-Taiba e del Jaish-i-Mohammad, organizzazioni in lotta per la liberazione del Kashmir dall’occupazione indiana. E’ quanto emerso all’apertura della tre giorni sulla sicurezza, iniziata ieri nella capitale alla presenza del ministro dell’Interno Chidambaram. L’altra grande sfida che il governo deve affrontare riguarda i Maoisti, operanti ormai in ben 20 dei 28 stati dell’Unione indiana. Tanto basta a rendere quanto mai fragile la democrazia più popolosa al mondo.
Quello che per gran parte dell’estate era un presentimento, è ora stato confemato dall’enesimo episodio di violenza: in Kashmir è ripresa l’ondata di violenze contro la presenza delle autorità indiane, iniziata nel 1989. L’impressione di calma apparente degli ultimi 4 anni, che aveva illuso un pò tutti su una possibile svolta pacifica nella Valle di Srinagar, è stata travolta dall’ultmo grave attentato di sabato, in cui hanno perso la vita una donna e quattro poliziotti, oltre a dieci feriti. Il fatto è accaduto di fronte alla prigione di Srinagar, e ad oggi non ci sono ancora state rivendicazioni da parte dei guerriglieri kashmiri in lotta contro quella ce loro definiscono “occupazione indiana” in Kashmir. Arrestati anche dei presunti militanti a Baramulla e Pulwama.
Oggi in Afghanistan si aprono le urne per eleggere i rappresentanti del governo che dovranno prendere in mano le redini di una nazione allo stremo, sfibrata da decenni di guerre, violenze e soprusi. I Taliban sostengono con forza il boicottaggio, avvertendo che 200 uomini bomba sono pronti a farsi saltare in aria. Intanto parte degli elettori vendono per qualche dollaro le schede elettorali, sottraendosi in questo modo anche al pericolo di vedersi amputato il dito, quello con l’inchiostro che testimonia il voto avvenuto. Questo e altro nel puntuale commento di Simona Lanzoni, Direttrice Progetti Fondazione Pangea Onlus.