Kashmir, la folla sfida il coprifuoco. Sciopero generale di protesta a Srinagar

In Kashmir le proteste sfidano il coprifuoco. La tensione ora si estende al nordovest, mentre nella capitale Srinagar è in atto uno sciopero generale.
In Kashmir le proteste sfidano il coprifuoco. La tensione ora si estende al nordovest, mentre nella capitale Srinagar è in atto uno sciopero generale.
Spari lungo il confine del Jammu e Kashmir. Ucciso un soldato indiano, i colpi giungevano dalla parte pakistana. Ancora poco chiara la dinamica dei fatti, ma la tensione lungo il la linea di controllo cresce ancora. Sabato il premier pakistano Gilani ha ribadito che “non ci sarà pace senza il Kashmir”, ribadendo che New Delhi deve accettare di discuterne, comprendendo lo stato di confine nel Dialogo bilaterale.
Altri 12 poliziotti vittime degli attacchi dei Maoisti. Ieri, il mezzo militare sul quale viaggiavano è saltato in aria su una mina terrestre. Episodio analogo anche sabato, a 500 chilometri da Raipur in Chattisgarh, dove altri 7 militari sono rimasti feriti. Uccisi gli attentatori. E’ guerra aperta in India tra ribelli Maoisti e forze governative.
Dilaga la presenza dei Maoisti nelle aree tribali del West Bengal e Jharkhand. I ribelli hanno ormai preso il controllo del West Midnapore, anche grazie all’appoggio della popolazione. Gli ufficiali chiedono rinforzi a New Delhi per arginare l’azione di guerriglia contro i membri del governo e le forze di sicurezza. L’aggiornamento con il video
Il premier indiano Singh incontra il presidente pakistano Zardari a Yekatarinburg, in Russia. Si tratta del primo incontro ufficiale di alto livello dagli attentati dello scorso novembre a Mumbai. Attesi segnali di apertura, ma non mancheranno i nodi (di sempre) da sciogliere: maggiore impegno nella lotta agli estremisti islamici per il Pakistan; più flessibilità sulla questione Kashmir da parte di New Delhi. Ecco l’aggiornamento e una breve analisi.
Il premier Manmohan Singh smorza le tensioni con il Pakistan, promettendo un riavvicinamento e la riapertura del dialogo di pace. Chiede però “maggiore impegno” nella lotta al terrorismo. La posizione ‘forte’ conquistata da Singh e i suoi con la sonora vittoria alle elezioni, permette di lavorare a nuove strategie nei confronti di Islamabad, senza il pericolo di ricevere accuse per le “posizioni deboli” verso il rivale di sempre. Il Kashmir resta un’icongnita.
Arresto di lusso tra le fila del Lashkar-e-Toiba. La squadra speciale della polizia di Delhi ha messo in manette Mohammad Umer Madani, uomo chiave dell’organizzazione terroristica pakistana, incaricato di assoldare nuove reclute nelle metropoli indiane, per poi indirizzarle nei campi di addestramento in Pakistan per preparale all’esecuzione di nuovi attentati terroristici in India. Si tratta di un grande successo per le autorità indiane, che rivela tuttavia la crescente minaccia di nuove azioni suicide in India. Non ci sarà pace tra India e Pakistan fino a quando la questione Kashmir non giungerà ad una svolta.
Hafiz Mohammad Saeed, leader del gruppo terroristico che architettò gli attentati dello scorso novembre a Mumbai torna in libertà. Si tratta di un duro colpo alla credibilità del Pakistan come alleato nella lotta al terrorismo islamico, e gli Stati Uniti potrebbero perdere la pazienza.
Il rapimento e l’uccisione di due donne in Kashmir ha provocato forti reazioni da parte dei movimenti separatisti. Scioperi, blocco dei trasporti e violenze hanno costretto le forze di sicurezza (accusate del duplice omicidio) ad imporre il coprifuoco. Nelle stesse ore, il premier pakistano Gilani si appella a New Delhi chiedendo la fine della repressione nello stato del Nordest, favorendo il dialogo di pace. Sincerità o menzogna, rimane il fatto che presto l’India dovrà guardarsi allo specchio e pensare ad una strategia sulla questione Kashmir.
Finalmente nota la formazione definitiva del nuovo governo Indiano. Il ‘Manmohan Team’ è composto da 78 ministri, per quello che rappresenta il governo più numeroso della storia dell’India. Dopo i festeggiamenti e la dovuta riorganizzazione, è il tempo di affrontare le sfide di quello che si preannuncia un mandato cruciale per il futuro dell’India. Ecco le incombenze principali.
E’ caos in Kashmir dopo la morte di un giovane studente, ucciso dalle forze di sicurezza indiane nel corso di una manifestazione contro la presenza indana nello stato. Almeno 25 i feriti, ma gli scontri continuano, con sassaiole e tensioni in tutta la capitale Srinagar. Si tratta della più importante manifestazione anti-indiana del 2009, cui hanno preso parte 200 mila persone. Ecco l’aggiornamento e alcuni spunti di riflessione.
L’offensiva dell’esercito pakistano contro i Taliban in Swat procede con successo. Almeno questo è il messaggio lanciato da Islamabad e rimbalzato sui media internazionali nelle ultime ore. I dubbi però restano, dovuti in particolare ai legami delle Forze Armate pakistane con i Taliban, necessari per preservare l’instabilità su cui crescono gli interessi dei vertici militari, divenuti negli anni gli uomini più potenti e ricchi del Paese. Ecco un punto di vista nuovo da cui leggere quanto sta accadendo tra India e Afghanistan, a dimostrazione di come Washington stessa non voglia risolvere la questione terrorismo, fingendo di non sapere!
E’ uscita in queste ore l’intervista realizzata da Angelo D’addesio ad Emanuele per Il Paroliere. Si tratta di un confronto a ‘ruota libera’ che dalle elezioni indiane passa alla guerra civile in Pakistan, arrivando alla (definitiva?) disfatta delle Tigri Tamil in Sri Lanka. Ecco il link al testo, realizzato dal giovane blogger e giornalista pugliese, che nelle ultime settimane ha ascoltato e riportato più voci sulla ‘questione’ indiana.
Nel corso di un incontro con la stampa, il premier indiano Manmohan Singh ha ribadito la volontà del Congresso di attuare le riforme promesse in campagna elettorale. Mentre il partito presieduto da Sonia Gandhi guarda al futuro, per il BJP non resta che ammettere i propri sbagli, a partire dagli eccessi di una campagna elettorale incentrata sul fondamentalismo hindu.
Stamane il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapksa, ha assicurato che “nelle prossime 48 ore le migliaia di civili tamil ancora ostaggio delle Tigri verranno liberati e tutto il territorio sotto controllo dell’Ltte verrà anch’esso liberato”.
Assaltano un treno con arco e frecce, sequestrando 700 persone. E’ l’ultima azione messa a segno dai ribelli Maoisti Naxaliti nell’India Centrale. L’attacco è durato 4 ore, e fa parte della strategia di boicottaggio messa in atto dall’estrema sinistra indiana contro le elezioni generali in corso nel paese. L’aggiornamento su Indika.it
Cresce in India il numero di nuovi partiti, talvolta composti da singole persone. Il fenomeno interessa in primo luogo le aree urbane delle principali metropoli, all’interno della classe media sempre più numerosa e stanca dell’endemica corruzione all’interno dei partiti nazionali.
Mancano due giorni in India all’apertura delle urne per le elezioni generali. Se fino a poche settimane fa la corsa al governo di New Delhi era un’esclusiva del Congress Party e del Bharatya Janata Party, di recente si è aggiunta la coalizione di sinistra del Third Front, guidata dal Communist Party of India. Molti gli scenari aperti, ma di certo la seconda nazione più popolosa al mondo necessita di un governo forte, in grado di froteggiare le profonde difficoltà che stanno colpendo il Paese. Crisi economica, perdita di posti di lavoro, emergenza terrorismo e fragilità interna sono le tematiche principali. L’analisi su Indika.it
Il Bharatiya Janata Party riconferma le proprie posizioni razziste, stavolta per mano di Ashok Sahu, candidato per il principale partito della destra hindu nel distretto del Kandhamal, in Orissa, che ha lanciato nuove accuse contro i cristiani. E’ qui che nell’agosto 2008 scoppiarono le rivolte che provocarono la morte di 38 persone, la maggior parte delle quali di religione cristiana. L’aggiornameno su Indika
Si intensifica la strategia di boicottaggio delle elezioni generali attuata dai Maoisti-Naxaliti nel Centro India. Uccisi 10 agenti delle forze di sicurezza in Orissa. I militari erano impegnati nell’azione di sorveglianza di una miniera di bauxite gestita dalla società para-statale NALCO, i cui dirigenti hanno dovuto imporre la chiusura provvisoria dell’impianto. 14 morti anche in Bastar e Kanker, nello stato del Chhattisgarh, durante un’offensiva dei ribelli contro l’esercito. Sempre in Chhattisgarh, a Bijapur, 2 militari sono rimasti vittime di un’esplosione mentre raggiungevano un battaglione destinato a sorvegliare i seggi elettorali durante le votazioni. Ecco i fatti.