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Pubblichiamo oggi delle testimonianze ricevute direttamente dalla Striscia di Gaza che in queste ore è colpita dall’offensiva armata israeliana. Sono già 42 le vittime, 39 palestinesi e 3 israeliane, queste ultime vittime dei razzi giunti da Gaza. In linea con il carattere che ci contraddistingue fin dal principio, noi di Indika ci auguriamo che l’offensiva militare giunga presto a conclusione, e che le violenze da ambo le parti abbiano fine. Sogni a parte, siamo certi il popolo palestinese vedrà un giorno riconosciuti i propri diritti.
Islamabad oggi in Qatar per rivendicare il proprio diritto a partecipare ai colloqui di pace sull’Afghanistan. Il premier Gilani pronto a spiegare le posizioni del Pakistan. Dopo un decennio di guerre e violenze esiste uno spiraglio di luce per la Tomba delgli Imperi?
perchè un israeliano può lasciare il Paese anche per tutta la vita e nessuno si sogna per questo di revocargli la cittadinanza, un palestinese la perde per sempre? Perché un israeliano può sposare uno straniero e ricevere un permesso di residenza per lui, mentre ad un palestinese non è permesso di sposare una sua vicina di casa che vive in Giordania?
La Cia dietro la rivolta in corso in Libia. Chi è il colonnello Khalifah Belqasim Haftar? Davide Torri ha svolto un’interessante indagine spulciando fonti autorevoli, che pubblichiamo sulle nostre pagine.
Nella Striscia di Gaza le violenze non si fermano. Anocra vittime, troppe, spesso freddate durante una manifestazione contro l’occupazione israeliana nel West Bank. E’ quanto ci racconta Vittorio Arrigoni, nuovamente da Gaza.
L’attacco alle navi dei pacifisti dirette a Gaza è stato un autogol per Israele, che ora si trova sempre più isolata. Pubblichiamo, per gentile concessione dell’autore, l’analisi del prof. Piero Ignazi, direttore della Rivista il Mulino e docente di Politica Comparata all’Università di Bologna.
Un tandem, due ruote, quattro gambe e 15 mila chilometri da percorrere. L’avvenutra di Simone e Dino è iniziata ieri, e una pedalata dopo l’altra l’India si avvicina se pur lentamente. Simone è non vedente ma determinato e spinto dalla passione per il viaggio, legato a Dino da un legame forte di amicizia che li porterà lontano.
Cari amici, dopo settimane di attesa, ho potuto finalmente rendere pubblico quello che posso considerare il mio vero reportage sul Kashmir. Trattandosi del servizio pubblicato in questi giorni dalla rivista East (www.eastonine.it, che vi invito a leggere. La trovate in libreria e nelle principali edicole), ho giustamente dato l’esclusiva, tenendo il tutto nell’archivio di Indika, aspettando giungesse il momento di pubblicarlo. Non è stato un lavoro facile per una miriade di ragioni, soprattutto durante la raccolta delle informazioni. Spero comunque sia utile a voi tutti iscritti alla newsletter, così come agli altri frequentatori di Indika, per conoscere qualcosa in più su uno dei più cruenti conflitti d’Asia. Benvenuti i commenti, di tutti.
Allarme attentati in India. I servizi segreti israeliani mettono in guardia su imminenti azioni terroristiche da parte di militanti pakistani. Tra gli obbiettivi principali ci sono turisti occidentali ed ebrei. Cresce la collaborazione tra Mosad e Raw.
Leggendo il Corriere della Sera di lunedì, ho trovato un interessante servizio di Massimo Alberizzi, intitolato Katanga Business, il fiml denuncia. Il giornalista italiano, uno dei maggiori esperti in ‘questioni’ africane, parla della situazione delle miniere del Congo, partendo dall’esperienza di Therry Michel, impegnato regista belga che ha da poco presentato il suo ultimo film documentario sui legami tra violenze e business nella provincia del Katanga. Si tratta di un’area ricchissima di risorse minerarie di ogni genere, finita nel mirino di autorità corrotte locali e degli interessi cinesi, indiani, israeliani, canadesi, australiani, sudafricani e statunitensi. Ecco il pezzo, che Alberizzi ha messo a disposizione per Indika, concedendoci anche una breve intervista che pubblichiamo in apertura. Per leggere e vedere il trailer del film….
Oggi in Afghanistan si aprono le urne per eleggere i rappresentanti del governo che dovranno prendere in mano le redini di una nazione allo stremo, sfibrata da decenni di guerre, violenze e soprusi. I Taliban sostengono con forza il boicottaggio, avvertendo che 200 uomini bomba sono pronti a farsi saltare in aria. Intanto parte degli elettori vendono per qualche dollaro le schede elettorali, sottraendosi in questo modo anche al pericolo di vedersi amputato il dito, quello con l’inchiostro che testimonia il voto avvenuto. Questo e altro nel puntuale commento di Simona Lanzoni, Direttrice Progetti Fondazione Pangea Onlus.
L’equilibrio interno del Pakistan si fa sempre più precario, ma Islamabad continua a sostenere la proliferazione nucleare, con un programma tanto accelerato quanto imprevedibile. Ciò contribuisce a trasformare la teocrazia islamica in uno dei paesi più instabili al mondo, con l’India a sostenere questo squilibrio per indebolire Islamabad, cui si aggiungono i timori per un crescente interesse da parte di Al Qaeda per la Bomba pakistana. Ecco l’interessante reportage di Guido Rampoldi.
Sexi scandalo ai vertici del governo del Jammu e Kashmir. Il ministro Abdullah Omar da le dimissioni, ma il governatore Voha le respinge per mancanza di prove evidenti del suo coinvolgimento. La vicenda risale al 2006, quando alcune ragazze compiacenti, tra le quali anche minorenni, furono messe a disposizione di politici, burocrati e capi della polizia del Kashmir. Un deja vu che non copre tuttavia la reale condizione di violenza in cui verte lo stato himalayano.
Doppio attacco contro la polizia kashmira a Srinagar. Ieri mattina due agenti sono stati uccisi con alcuni colpi di arma da fuoco. Ancora ignoti gli autori del blitz, ma gli esperti temono il riacutizzarsi degli scontri tra forze di sicurezza e militanti kashmiri in lotta per la libertà del Kashmir.
Intesa ‘storica’ in Centro Asia, tra Pakistan, Afghanistan e Tajikistan. Ieri i presidenti degli stati islamici hanno sottoscritto un accordo trilaterale per la cooperazione nello sviluppo dei commerci, economia e comunicazioni, promettendo di intensificare il lavoro congiunto anche nell’anti-terrorismo. L’aggiornamento.
Dopo anni di guerra, in Afghanistan non si intravede alcuno spiraglio di luce. Presto diversi contingenti militari occidentali se ne andranno, e la situazione per chi resta (gli Afghani) tornerà a sprofondare nel regime medievale imposto dai Taliban. Gli stessi che in vista delle prossime elezioni, minacciano di continuare con gli attacchi e le violenze, soprattutto verso chi “oserà” recarsi alle urne. Proponiamo un interessante articolo di Guido Rampoldi, inviato di Repubblica in Afghanistan.
Scoperto il colpevole del 20enne di Srinagar trovato morto durante la nostra permanenza a Srinagar. E’ una storia incredibile, maturata in chat e finita in un delitto d’onore tra giovani musulmani. L’aggiornamento.