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Mancano due giorni in India all’apertura delle urne per le elezioni generali. Se fino a poche settimane fa la corsa al governo di New Delhi era un’esclusiva del Congress Party e del Bharatya Janata Party, di recente si è aggiunta la coalizione di sinistra del Third Front, guidata dal Communist Party of India. Molti gli scenari aperti, ma di certo la seconda nazione più popolosa al mondo necessita di un governo forte, in grado di froteggiare le profonde difficoltà che stanno colpendo il Paese. Crisi economica, perdita di posti di lavoro, emergenza terrorismo e fragilità interna sono le tematiche principali. L’analisi su Indika.it
Il Bharatiya Janata Party riconferma le proprie posizioni razziste, stavolta per mano di Ashok Sahu, candidato per il principale partito della destra hindu nel distretto del Kandhamal, in Orissa, che ha lanciato nuove accuse contro i cristiani. E’ qui che nell’agosto 2008 scoppiarono le rivolte che provocarono la morte di 38 persone, la maggior parte delle quali di religione cristiana. L’aggiornameno su Indika
Si intensifica la strategia di boicottaggio delle elezioni generali attuata dai Maoisti-Naxaliti nel Centro India. Uccisi 10 agenti delle forze di sicurezza in Orissa. I militari erano impegnati nell’azione di sorveglianza di una miniera di bauxite gestita dalla società para-statale NALCO, i cui dirigenti hanno dovuto imporre la chiusura provvisoria dell’impianto. 14 morti anche in Bastar e Kanker, nello stato del Chhattisgarh, durante un’offensiva dei ribelli contro l’esercito. Sempre in Chhattisgarh, a Bijapur, 2 militari sono rimasti vittime di un’esplosione mentre raggiungevano un battaglione destinato a sorvegliare i seggi elettorali durante le votazioni. Ecco i fatti.
Rahul Gandhi è la nuova promessa del partito del Congresso. Da alcuni giorni ha dato avvio alla campagna elettorale con cui sosterrà il lancio di Manmohan Singh alla carica di premier indiano. Tra una settimana l’inizio delle votazioni, ma sul fronte del BJP si affaccia il cugino Varun Gandhi, recentemente arrestato per alcune sparate anti-musulmani. A quanto pare, la sfida per il potere torna a giocarsi all’interno della dinastia Gandhi-Nehru.
Giornalista sikh tira una scarpa al ministro dell’interno Chidambaram. Ecco il video dell’episodio, con un breve commento sul significato elettorale di quanto accaduto.
Nuova serie di attentati in India. Ieri in Assam, sono esplosi 4 ordigni in diverse aree del territorio, uccidendo 8 persone e ferendone almeno 50. Immediate le accuse all’ULFA, che in vista delle elezioni ha voluto ribadire le proprie pretese di autonomia. Il resoconto con il video tratto dal Times of India
Pericolo attentati per i candidati alle imminenti elezioni generali. Allertati i servizi di sicurezza dopo l’annuncio dato da Palaniappan Chidambaram, ministro dell’interno del governo uscente. Aggiornamenti anche sul fronte della destra hindu, con il BJP schierato in favore di Varun Gandhi, recentemente messo agli arresti per alcune dichiarazioni anti-musulmane in Uttar Pradesh.
Il BJP punta sulla crescita economica, promettendo maggiori investimenti stranieri, prosperità nelle aree rurali e una spinta alle privatizzazioni sulle grandi opere. Rajnath Singh e i suoi si preparano a dar battaglia al centro sinistra alle imminenti votazioni. Tra 16 giorni l’apertura delle urne.
Per il Congress Party le cose si complicano. I comunisti indiani voltano le spalle al Congresso, creando un fronte indipendente di sinistra. Brutte notizie anche in Tamil Nadu, dove il PMK lascia la coalizione dell’UPA (guidata dal Congresso) e si allea con l’AIADMK andando a rafforzare il Third Front comunista.
Continuano gli scontri tra i guerriglieri pachistani del LeT e l’esercito indiano in Kashmir, iniziati 5 giorni fa. Decine le vittime, ma l’insorgenza potrebbe aggravarsi nei prossimi giorni come dichiarato da Abdullah Ghaznavi, portavoce del gruppo terroristico ritenuto responsabile degli attentati di Mumbai. L’aggiornamento…
Mancano tre settimane all’apertura delle urne per le elezioni generali in India. In attesa che 714 milioni di votanti facciano la loro scelta, il presidente del Congresso, Sonia Gandhi, è interventua per (ri)presentare il manifesto elettorale del principale partito indiano. Maggiore sicurezza e crescita economica sono i punti cardine di una campagna ormai vicina alla conclusione, che vede come candidato alla guida del governo indiano l’inossidabile Manmohan Singh, 78enne premier uscente. L’aggiornamento su Indika.
Tra poche settimane gli indiani votano. La campagna elettorale si avvia alla conclusione, ma tra i partiti in corsa è un continuo cambiamento. Fratture nel BJP, l’allontanamento del BJD dalla destra nazionale, mentre i comunisti rafforzano il Terzo Fronte lasciando il Congresso per strada. L’aggiornamento su Indika.
7 diamanti su 10 vengono lavorati in India, soprattutto nei laboratori di Surat, in Gujarat. Tuttavia, un settore da 11 miliardi di dollari all’anno sta perdendo colpi a causa della caduta delle esportazioni in Europa e Stati Uniti. Gli analisti indiani temono un tracollo generale dell’economia interna, con 10 milioni di licenziamenti entro la primavera.
Scossone politico in Orissa ad un mese dalle elezioni generali. I nazionalisti hindu del BJP perdono l’appoggio del partito regionale di maggioranza BJD, indebolendo la propria posizione. Per questo, la vittoria annunciata della destra hindu a Bhubaneswar non è più scontata, e tra i due contendenti (BJP e Congresso), si insinua il ‘Terzo Fronte’, quello dei comunisti cui è approdato il BJD. Un cambiamento radicale, che preannuncia un’evoluzione anche per decine di migliaia di profughi cristiani fuggiti alle violenze dell’agosto 2008, ancora ospiti nei campi profughi. L’analisi.
Il Bjp si accorda con l’Agp nel tentativo di contrastare il partito del Congresso alle elezioni generali. Per la destra indiana le cose non vanno affatto bene, e salvo stravolgimenti dell’ultima ora il Congresso confermerà la propria posizione alla guida della democrazia indiana. Alcuni spunti..
Il partito nazionalista hindu Bharatiya Janata Party, ha chiuso ieri la convention di Nagpur, in Maharastra. Nel corso della 2 giorni, che ha riunito attorno almeno 8000 dirigenti provenienti da tutta l’India, sono stati ribaditi i capisaldi della campagna elettorale, lanciando una provocazione inattesa. Il presidente Rajnath Singh ha promesso che in caso di vittoria, sarà costruito il tempio di Ram nella città natale di Ayodhya. E’ qui che negli anni ’80 e ’90 ci furono gravissimi scontri tra fondamentalisti hindu e musulmani, costati in tutto 3000 vittime, a causa della contesa pendente sul presunto luogo di nascita del dio Ram, coincidente con l’area di una moschea del XVI secolo. Ora, si teme che le parole di Rajnath Singh possano riaccendere l’odio mai sopito tra i contendenti delle due religioni, causando nuovi scontri. L’analisi.
A pochi mesi dalle elezioni generali, il premier uscente Manmohan Singh potrebbe cedere la guida del Congress Pary al giovane Rahul Gandhi. Colpa del peggioramento delle condizioni fisiche di Singh, che domani subirà un bypass coronarico in una clinica di New Delhi, cui seguiranno 3 settimane di degenza. Nel frattempo prosegue la campagna elettorale. Tra i temi centrali l’economia, l’emergenza terrorismo e le crescenti tensioni con il Pakistan.
Il partito del Congresso esce vittorioso in 3 stati del nord, mentre il Bharatiya Janata Party se ne aggiudica 2 al centro. La partita per le elezioni generali di aprile resta aperta, ma i risultati di questi giorni sembrano svelare un destino segnato.
Intanto proseguono i contatti tra Delhi e Islamabad sul versante terrorismo, ma il Governo Zardari respinge nuovamente le richieste di estradizione dei presunti responsabili degli attentati di Mumbai, dichiarando di volersi muovere da solo. Catturato in un raid in Kashmir una delle menti del Lashkar-e-Toiba.