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Narendra Modi si riconferma alla guida del governo del Gujarat e ora punta alle elezioni generali del 2014. Per il BJP Modi sembra la carta vincente da giocare con il Congress Party dei Gandhi, ma prima dovrà ripulire il proprio nome dalle accuse di xenofobia e di coinvolgimento nei massacri del 2002.
Il BJP, principale partito di opposizione, nomina Nitin Gadkari come nuovo presidente. Dopo la batosta delle ultime Elezioni Generali, la Destra indiana cerca di risollevare la testa e lo fa partendo da un giovane. L’analisi su Indika.it
90 milioni di indiani alle urne in Maharashtra, Haryana e Arunachal Pradesh. Si tratta di un importante test per il Congress Party, da cui dipendono le future riforme, soprattutto in campo economico.
Il premier Manmohan Singh smorza le tensioni con il Pakistan, promettendo un riavvicinamento e la riapertura del dialogo di pace. Chiede però “maggiore impegno” nella lotta al terrorismo. La posizione ‘forte’ conquistata da Singh e i suoi con la sonora vittoria alle elezioni, permette di lavorare a nuove strategie nei confronti di Islamabad, senza il pericolo di ricevere accuse per le “posizioni deboli” verso il rivale di sempre. Il Kashmir resta un’icongnita.
Finalmente nota la formazione definitiva del nuovo governo Indiano. Il ‘Manmohan Team’ è composto da 78 ministri, per quello che rappresenta il governo più numeroso della storia dell’India. Dopo i festeggiamenti e la dovuta riorganizzazione, è il tempo di affrontare le sfide di quello che si preannuncia un mandato cruciale per il futuro dell’India. Ecco le incombenze principali.
E’ caos in Kashmir dopo la morte di un giovane studente, ucciso dalle forze di sicurezza indiane nel corso di una manifestazione contro la presenza indana nello stato. Almeno 25 i feriti, ma gli scontri continuano, con sassaiole e tensioni in tutta la capitale Srinagar. Si tratta della più importante manifestazione anti-indiana del 2009, cui hanno preso parte 200 mila persone. Ecco l’aggiornamento e alcuni spunti di riflessione.
E’ uscita in queste ore l’intervista realizzata da Angelo D’addesio ad Emanuele per Il Paroliere. Si tratta di un confronto a ‘ruota libera’ che dalle elezioni indiane passa alla guerra civile in Pakistan, arrivando alla (definitiva?) disfatta delle Tigri Tamil in Sri Lanka. Ecco il link al testo, realizzato dal giovane blogger e giornalista pugliese, che nelle ultime settimane ha ascoltato e riportato più voci sulla ‘questione’ indiana.
Nel corso di un incontro con la stampa, il premier indiano Manmohan Singh ha ribadito la volontà del Congresso di attuare le riforme promesse in campagna elettorale. Mentre il partito presieduto da Sonia Gandhi guarda al futuro, per il BJP non resta che ammettere i propri sbagli, a partire dagli eccessi di una campagna elettorale incentrata sul fondamentalismo hindu.
Il popolo indiano punta su posizioni moderate, lo dimostrano i risultati delle Elezioni Generali, con il Congresso e il Centrosinistra in crescita rispetto al 2004. Male la Destra hindu, con meno 45 seggi, così come la Sinistra, meno 34. Ecco i numeri definitivi, con le grafiche della nuova Lok Sabha.
Il Congresso vince le elezioni generali del 2009. Manmohan Singh si riconferma primo ministro della più popolosa democrazia mondiale. Diversamente da quanto si credeva, la maggioranza dei seggi alla 15esima Lok Sabha è netta, con il BJP staccato di molto. In India inizia la festa, ecco l’aggiornamento
Aggiornamento notturno dall’India. Le ultime proiezioni danno la coalizione guidata dal Congresso nettamente avanti, mentre la Destra dell’NDA non può che sperare in una sorpresa dell’ultima ora. A breve il risultato ufficiale.
Poche ore ancora e l’India avrà il suo nuovo governo. Dopo un mese di operazioni di voto, la macchina elettorale dell’Elefante è giunta fino in fondo, e domani sarà svelato il partito (e la coalizione) che ha ottenuto la maggioranza. Non ci sono dubbi, l’India festeggerà, ci saranno le celebrazioni di rito, ma il nuovo governo godrà di una maggioranza risicata, legata a doppio filo ai partiti regionali che concederanno (ad un certo prezzo) il loro supporto. Presentiamo un quadro realistico della situazione, a poche ore dal momento più atteso.
Domani in India si concludono le operazioni di voto, ma l’incertezza è ancora molta. Il Congresso continua a subire le pressioni della Sinistra, mentre alcune spaccature all’interno dell’NDA rischiano di minare un possibile governo di Destra.
Il presidente del Nepal lancia l’ultimatum per la definizione del nuovo governo. La soluzione alla grave crisi politica in corso a Kathmandu sembra lontana, e da dietro l’angolo spunta lo spettro della guerra civile. Anche l’India segue con ansia quanto accade oltre il confine settentrionale, sperando non si aggiunga un terzo fronte instabile dopo quelli di Pakistan e Sri Lanka. L’aggiornamento su Indika.
La macchina elettorale indiana è pronta per affrontare la terza fase. Domani urne aperte per l’assegnazione di altri 107 seggi, sul totale di 543 che costituiranno la Lok Sabha. Un aggiornamento, con l’elenco in dettaglio dei seggi attribuiti stato per stato.
Rahul Gandhi rifiuerebbe la poltrona più importante dell’India se gli fosse proposta. Il giovane rampollo della più potente dinastia indiana, ha sciolto ogni dubbi dopo le insistenti voci che lo volevano il candidato a sorpresa al ruolo di primo ministro, al posto del 76enne Manmohan Singh. Per ora nessun avvicendamento dunque, per i vertici del Congress Party, ma potrebbe essere quetione di tempo.
Ingegnere di 21 anni lancia una scarpa al premier indiano Manmohan Singh. E’ accaduto poche ore fa, durante un comizio politico in ad Ahmedabad, in Gujarat. Lo studente è stato bloccato da uno dei presenti, poi tratto in arresto dalla polizia. Ecco il video e un aggiornamento.
Assaltano un treno con arco e frecce, sequestrando 700 persone. E’ l’ultima azione messa a segno dai ribelli Maoisti Naxaliti nell’India Centrale. L’attacco è durato 4 ore, e fa parte della strategia di boicottaggio messa in atto dall’estrema sinistra indiana contro le elezioni generali in corso nel paese. L’aggiornamento su Indika.it
Cresce in India il numero di nuovi partiti, talvolta composti da singole persone. Il fenomeno interessa in primo luogo le aree urbane delle principali metropoli, all’interno della classe media sempre più numerosa e stanca dell’endemica corruzione all’interno dei partiti nazionali.